listino ISTAT in calo dello 0,2%. Per quanto concerne i rami Danni Non Auto, a fine 2022 il comparto dovrebbe registrare un aumento di circa l’8,2% (Malattia +11,6%, Property +7,6%, R.C.Generale +9,5%). Nel corso del 2022, il canale agenziale del settore Auto dovrebbe registrare una raccolta premi in aumento di circa lo 0,2% rispetto al 2021 e un peso complessivo dell’83,6% circa, mentre si attende una riduzione significativa del canale Direct (-3,4%), dei Broker (-4,4%) e una più lieve contrazione del canale bancario (-1,5%).
Nel settore Non Auto, invece, tutti i canali dovrebbero aumentare la propria raccolta premi. L’aumento più significativo della raccolta dovrebbe essere realizzato dal canale bancario (+21,3%), seguito dal canale broker (+9,8%): per il canale agenziale la crescita dovrebbe rivelarsi pari al 5,7%.
La raccolta premi del lavoro Diretto Italiano ed Extra U.E. del settore Vita, in base alle stime dell’Ania, dovrebbe diminuire nel 2022 di circa l’11% rispetto alla chiusura del 2021, a causa della riduzione della raccolta del ramo III (-27,4%) e del ramo I (-2,7%). Dovrebbe invece aumentare la raccolta dei rami IV, V, VI (rispettivamente +25,0%, +7,5%, +33,4%) arrivando a circa euro 4,7 miliardi complessivi (+24,6%).
La suddivisione della raccolta premi per i canali distributivi nel settore Vita nel corso del 2022 dovrebbe rimanere fortemente sbilanciata verso il canale bancario, con una quota del 57% dei premi complessivi (nonostante una riduzione della raccolta premi di circa l’8,5%, in linea con la contrazione di tutto il settore). Gli altri canali dovrebbero attestarsi ad una quota prossima al 14%, con i canali Broker e Direct in controtendenza e con una raccolta in aumento dello 0,3%.
I fondi pensione
Nel 2022, la raccolta netta del risparmio gestito (fondi comuni, gestioni patrimoniali individuali, forme pensionistiche collettive e individuali) è risultata pari a euro 19,8 miliardi, di cui euro 15,5 miliardi raccolti attraverso gestioni collettive (fondi aperti e fondi chiusi) ed euro 4,3 miliardi di raccolta netta per le gestioni di portafoglio.
Al terzo trimestre 2022, la raccolta netta dei patrimoni previdenziali è stata pari a circa euro 1,7 miliardi, in forte flessione rispetto agli euro 2,2 miliardi di raccolta netta registrata nello stesso trimestre dell’anno precedente. Il patrimonio gestito da fondi pensione e piani pensionistici individuali ammonta quindi, al termine del terzo trimestre 2022, a euro 99,2 miliardi e rappresenta il 4,5% del totale del risparmio gestito complessivo, in flessione del 2,5% rispetto al secondo trimestre 2022, proseguendo la tendenza negativa osservata nel corso dell’anno.
Nel 2022, le posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari, riportate da Covip, sono risultate in aumento di 564 mila unità rispetto alla chiusura del 2021. L’incremento del 5,8% registrato a chiusura dell’anno conferma la tendenza in rialzo osservata negli ultimi periodi. A dicembre 2022 si registrano quindi 10,3 milioni di posizioni in essere, di cui 7,5 milioni sono detenute da lavoratori dipendenti (73,1%).
A dicembre del 2022, Covip registra una crescita del 10,1% per i fondi negoziali, con 349 mila posizioni in più, per un complessivo a fine anno di euro 3,8 milioni, per i quali i contributi risultano in aumento del 4,5%. Tale crescita è sostenuta, in particolare, dal contributo delle adesioni contrattuali, sia nel settore privato, che prevede l’adesione pressoché automatica da parte di nuovi assunti per effetto dell’incentivo di un contributo minimo da parte del datore di lavoro (ha contribuito per circa 200 mila posizioni), sia nel settore pubblico, con l’introduzione della tacita iscrizione per i neo-dipendenti pubblici (circa 80 mila posizioni). In aumento rispetto alla chiusura 2021 anche le forme pensionistiche di mercato, con un incremento delle posizioni in essere dei fondi aperti (+6,1%) e PiP “nuovi” (+2,3%) e un aumento dei contributi pari al 7,8% e al 2,0% su base annua. Gli ultimi dati disponibili per i fondi pensione preesistenti, sulla base dei dati disponibili a settembre 2022, mostrano un incremento del numero di posizioni pari al 4,0%.
Le risorse destinate alle prestazioni per la previdenza complementare risultano, a fine 2022, in riduzione del 3,6%, ossia pari a circa euro 205 miliardi contro gli euro 213 miliardi registrati a dicembre del 2021, per effetto delle perdite in conto capitale legate all’andamento dei mercati finanziari e nonostante l’aumento complessivo dei contributi. Per quanto riguarda i rendimenti in chiusura del 2022, si osserva un rendimento netto ad un anno pari a -9,8% per i fondi negoziali, al -10,7% per i fondi aperti e al -11,5% per i PiP “nuovi” in gestione Unit Linked, mentre si rileva un rendimento lievemente positivo per quanto riguarda la componente di gestione separata dei PiP “nuovi” (1,1%). Le attività di gestione separate sono contabilizzate a costo storico e non a valori di mercato e i rendimenti dipendono in larga parte dalle cedole incassate sui titoli detenuti. Tutti i rendimenti a un anno risultano significativamente al di sotto della soglia di rivalutazione del TFR che, spinto dalla forte pressione inflazionistica registra, a fine 2022 un rendimento pari a circa l’8,3%.